Tatuaggi Militari: la guida completa al tattoo in Divisa

Tatuaggi Militari: la guida completa al tattoo in divisa

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Tatuaggi Militari: la guida completa al tattoo in Divisa

Sei curioso di conoscere le regole in merito ai tatuaggi militari? Leggi il nostro articolo e scopri come fare nel caso tu abbia intenzione di vestire la divisa

 

 

Tra le questioni più interessanti e discusse negli ultimi anni in relazione al mondo delle divise, c’è senz’altro quella dei tatuaggi militari. Riceviamo infatti moltissimi messaggi in cui ci esponete i vostri dubbi in merito alla possibilità che un civile ha di partecipare a un concorso nelle Forze Armate e nelle Forze di Polizia dopo aver marchiato la propria pelle permanentemente in alcune zone del corpo.

Negli ultimi tre decenni abbiamo assistito infatti a una crescita esponenziale del numero di persone che hanno deciso di tatuarsi. Ancora oggi, questo tipo di decorazione fisica non è totalmente normalizzato in alcuni ambiti della nostra società. Nell’ambiente militare, ad esempio, sono moltissimi i casi in cui persone che hanno intenzione di arruolarsi, demordono o vengono respinti durante le selezioni di un Concorso. Tatuaggio Militare è infatti un binomio che può coesistere, ma solo a determinate condizioni. Questo articolo ha l’intento di chiarire una volta per tutte se i militari possono avere tatuaggi. Vediamo il dettaglio della regolamentazione in merito ai tatuaggi militari.

 

 

La regolamentazione sui tatuaggi in divisa

La discriminante, per quanto riguarda i tatuaggi militari, è la zona del corpo in cui questi sono situati. Prenderemo come esempio quello della prima Forza Armata italiana, ossia l’Esercito, in maniera da illustrare le linee guida previste. Capiremo dunque in quali casi l’accoppiata tatuaggi Esercito è ammissibile.

In generale, quando si ha la possibilità di scegliere se tatuarsi o meno in previsione di una partecipazione a un concorso nelle Forze Armate o Forze di Polizia, è preferibile rinviare il proprio appuntamento.

Questo perché, anche se esiste una regolamentazione specifica in merito – almeno finché non si è entrati nelle fila militari indossando la divisa desiderata – è bene non rischiare in nessuna maniera di essere giudicati negativamente e dunque respinti. Per quanto riguarda i tattoo militari, o meglio il rapporto tra Esercito e tatuaggi, esistono dei dettami precisi. Ci riferiamo alla direttiva sui tatuaggi militari redatta dallo Stato Maggiore dell’Esercito in data 26 Luglio 2012 e intitolata “Regolamentazione dell’applicazione di tatuaggi da parte del personale militare dell’Esercito”.

Leggendo tale documento, è possibile fare finalmente chiarezza su quale sia la discriminante per cui non è possibile vestire la divisa dell’Esercito Italiano, ad esempio, con un braccio tatuato. Elenchiamo dunque, nella maniera più chiara possibile, le regole che l’Esercito prevede sul tema tatuaggi.

Dove è possibile tatuarsi?

Secondo la suddetta regolamentazione, non è consentito al personale dell’Esercito apporre tatuaggi o piercing in parti visibili del corpo nel momento in cui si vestono:

  • uniforme di servizio estiva maschile
  • uniforme di servizio estiva con gonna e scarpe decolleté femminile
  • uniforme ginnica prevista dai regolamenti interni per ambo i sessi

 

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I tatuaggi militari proibiti

Ancora, secondo i dettami della sopracitata normativa del 2012 sui tatuaggi militari, sono totalmente proibiti i tatuaggi osceni, con riferimenti sessuali, razzisti, di discriminazione religiosa o che possono portare discredito alle Istituzioni della Repubblica Italiana e alle Forze Armate. Nel dettaglio si intende:

  • tatuaggi osceni: in cui sono presenti contenuti libidinosi offensivi del pudore, la decenza e il decoro comune e che risultano volgari e ripugnanti
  • tatuaggi con riferimenti sessuali: come i precedenti, ma che tendono addirittura a discriminare una o più persone in riferimento alle tendenze sessuali
  • tatuaggi razzisti o di discriminazione religiosa: in cui appare evidente l’esaltazione di una religione, una nazionalità, un’etnia o addirittura di una razza a discapito di un’altra o in riferimento alle caratteristiche appena citate rivolte a un soggetto specifico
  • tatuaggi che possono portare discredito alle Istituzioni della Repubblica Italiana e alle Forze Armate: in cui è presente una evidente resistenza o contestazione alla legge italiana, ai dettami costituzionali, o che incitino odio, delinquenza e violenza.

Rimozione tatuaggi: può essere una soluzione?

La rimozione tatuaggi costituisce una valida alternativa per chi ha in mente di diventare militare? La risposta è affermativa. Testimoniando infatti che è in atto un processo di rimozione del tatuaggio, anche se non ancora giunto a conclusione, sarà possibile proseguire nell’iter concorsuale. Fermo restando che l’esito della rimozione di un tatuaggio può comunque risultare insoddisfacente dal punto di vista estetico agli occhi della Commissione, per approfondire questo tema si rimanda alla Direttiva dello Stato Maggiore dell’Esercito facente data 26 Luglio 2012.

Altresì non è possibile far richiesta di riammissione a un qualsivoglia concorso dal quale si è stati scartati per via della presenza di un tatuaggio visibile, anche se si decide di iniziare il processo di rimozione immediatamente. Sarà dunque possibile inoltrare la domanda di partecipazione dall’edizione successiva.

Infine, è bene ampliare il focus. Se infatti, come abbiamo detto, il binomio tatuaggi militari in alcuni casi risulta ammissibile, medesimo discorso non è valido per i piercing. La “Regolamentazione dell’applicazione di tatuaggi da parte del personale militare dell’Esercito” infatti non ammette nessuna eccezione: divise militari e piercing, tassativamente, non possono coesistere.

Le novità per il concorso VFI Esercito 2024: aria di svolta?

Nel mese di Novembre del 2023 ci troviamo a segnalare un cambiamento piuttosto importante per ciò che riguarda il binomio Tatuaggi Militari Concorsi. La modifica al Bando VFI Esercito 2024 sembrerebbe infatti aprire nuove possibilità per chi – sempre di più in Italia – ha la pelle segnata.

L’incipit del comma relativo a questo argomento recitava: “Le commissioni di cui all’allegato B, comma 1, lettera b), giudicheranno inidonei i candidati che presentino tatuaggi quando, per la loro sede, siano contrari al decoro dell’uniforme ‒ e quindi visibili con l’uniforme di servizio estiva anche nella versione con gonna e scarpe con décolleté per il personale femminile, le cui caratteristiche sono visualizzabili nel sito internet dell’Esercito (www.esercito.difesa.it/equipaggiamenti/militaria/uniformi) ‒ ovvero, se posti nelle zone coperte dall’uniforme, risultino, per contenuto, di discredito alle istituzioni”.

Con la modifica resa pubblica lo scorso 7 Novembre, l’incipit del comma recita invece: “Le commissioni giudicheranno altresì inidoneo il candidato che presenti tatuaggi e altre permanenti alterazioni volontarie dell’aspetto fisico non conseguenti a interventi di natura comunque sanitaria, se lesivi del decoro dell’uniforme o della dignità della condizione del militare, di cui al vigente regolamento e alle eventuali discendenti norme tecniche (esemplificate nell’immagine presente sul sito di Forza Armata all’indirizzo www.esercito.difesa.it//concorsi-earruolamenti/ufficiali/Documents/Slide-tatuaggi_1.pdf).

Zone Tatuaggi Militari

L’allegato non lascia spazio ad alcuna interpretazione: qualcosa in relazione ai Tatuaggi Militari è cambiato. La zona sotto al ginocchio infatti, scoperta nel momento in cui viene indossata l’uniforme di servizio estiva femminile, è stata ufficialmente abilitata. Non solo: possiamo inoltre notare come, tra il vecchio e il nuovo comma, sia scomparsa la dicitura visibili. Questo suona dunque come una concessione rivolta ai soggetti tatuati, salvo i tattoo militari non ammessi già citati in precedenza.

Insomma, sembrerebbe che l’Esercito Italiano stia mostrando segnali di apertura verso il mondo dei tatuaggi. Quello per VFI Esercito è il primo concorso targato 2024. Resta ora da capire se le altre Forze Armate e di Polizia ricalcheranno questa tendenza nella prossima tornata di concorsi. In ogni caso, è necessario puntualizzare un’ultima volta, che ogni valutazione spetterà comunque alla Commissione che eserciterà il proprio giudizio in modo del tutto discrezionale.

 

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